L'inzio del Principio..

Ed ora torniamo al principio...

Giugno del 2012, quando ci eravamo lasciati. Si, quel Giugno è stato un mese difficile, un amore in cui credevo finito senza troppe spiegazioni, un'amica, un'anima così bella e splendente, che senza troppi motivi aveva deciso di volare verso altri mondi. L'inizio di un'estate pessima penserebbe chiunque.
Ma così non fu. Anzi fu esattamente l'opposto.

L'estate del 2012 fu spaziale: piena di vita, di feste, di amici, di amori estivi. Mesi pieni di spensieratezza, di giorni vissuti al momento, dove la mia unica preoccupazione era trovare quale professore avrebbe seguito la mia tesi, ma anche questo senza alcun tipo di ansia o angoscia.
Io ero tornata quella che ero da bambina, scoppiettante, solare, amica di tutti e con una voglia di vivere e sorridere senza eguali.

Dopo quell' amore finito così all'improvviso, dopo poco arrivò subito un'altra cotta, forse anche per scacciare quel chiodo nel quale, per quanto cercassi di nasconderlo, ci speravo ancora. Il classico esordio da storiella estiva, una serata con gli amici, qualche bicchiere di troppo, balla, scherza e ridi, e ti ritrovi seduta sulla panchina fuori dal locale, con lui S., un tuo grande amico: ed è lì che nel giro di una decina di secondi ti è frullata in testa l'idea di baciarlo, idea che fino a due minuti prima nemmeno ti sfiorava.
E così ti giri, e senza tanti preamboli, gli dai quel bacio.
Lui ti guarda e dice: " E ora che si fa?"
E tu per tutta risposta lo baci di nuovo, ti alzi, gli prendi la mano e decidi di trascinarlo di nuovo dentro a ballare.

Così è cominciata la mia prima cotta estiva del 2012. Con spensieratezza.

Avevo voglia di non pensare, avevo voglia di continuare a vivere così spensierata, e in fondo, avevo tanta voglia di amore.
Ho cominciato a pensare ad S. in modo diverso dal solo amico che era fino al giorno prima. I suoi occhi, i suoi capelli, il suo modo di ridere prendevano una forma diversa. Ho iniziato ad aver voglia di vederlo, ma non per la chiacchierata tra amici. Volevo di farmi notare da lui, attirare la sua attenzione, ma volevo anche fosse lui a cercare me, volevo sentirmi desiderata da lui. Me ne convincevo ogni minuto di più. Avevo voglia di essere amata da S. o avevo semplicemente bisogno di amore?

Quella sera di Luglio, avevo dimenticato di analizzare i dettagli, dettagli fondamentali: lui non era solo un mio amico, ma era soprattutto il migliore amico di C., quell'amore finito. Per me era una cosa che aveva poca importanza, non mi interessava, ma, come giusto che sia, per lui contava, nonostante C. avesse già la testa altrove. Io cercavo ad ogni serata, ad ogni pomeriggio al lago, ad ogni aperitivo, il momento per avere un contatto con lui: a volte è successo, ma mi rendevo conto da sola, senza tanto girarci attorno che lui era sempre più sfuggevole. Dovevo quindi fare i conti la realtà e decidere se perseverare dritta per la mia strada con il grande e reale rischio di non ottenere nulla se non il perdere anche la sua amicizia, o lasciare che le cose rimanessero com'erano, fare finta che la cosa non mi ferisse, e dare più importanza al rapporto di amicizia che avevamo. E alla fine, anche abbastanza in fretta, scelsi la seconda opzione.

Ero comunque così presa dalle mie feste estive e dalle mie amicizie, che non ho avuto nemmeno il tempo per elaborare e starci male, ho semplicemente lasciato che le cose andassero per la loro strada. Ero felice come non mi capitava da mesi, non pensavo alle cose brutte che mi erano capitate fino a lì, passavo le giornate a prendere il sole al lago, a mangiare panini, e fare aperitivi nella terrazza vista tramonto con le mie migliori amiche. Ero così spensierata che non avevo alcun timore della vita. E poi in fondo, anche se ancora non lo sapevo era solo l'inizio di una serie di mesi dediti alla follia, alla libertà e alla serenità.

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